Visione d’insieme

Quadro 1
Dove si rincorrono le parole inizia il futuro.
Nel primo quadro il ragazzo misura ogni sabato i passi che lo separano dalla Libreria, assordato dalle voci dialettali che non sono le sue, nonostante disperatamente lo voglia.
Non è il pavimento di piazza Europa, né sono le due borse che si atteggiano a porta di calcio che lo attirano.
Sono le pagine in cui i tigrotti vanno sulla luna e i corsari sfidano le leghe delle profondità marine che gli fanno compagnia.
Se sale sulla seicento multipla che si pavoneggia come se fosse un greyhound, ha l’impressione che la città divenga una metropoli e che le persone interpretino esistenze da favola.
Dopo, raccolte le mille lire settimanali, acquista libri di cucina per la madre.

Quadro 2

Black is black, you feel love, anzi you feel me like a natural woman e la pista si riempie di luci, e questa discoteca che ha rubato il nome a una composizione giapponese è ricca di sguardi, finti sorrisi, gente che agita il culo, ragazzi in un angolo e voci basse, mentre il disc jockey descrive il suo potere e ordina le mosse e incita alla foga e impone l’abbraccio, nel lento, o nella disco musica.
Sono le cinque di sera, o le sei, o non lo so, e mentre il ragazzo guarda la bionda che si muove dietro le tette, gira la voce che un poeta è stato calpestato da un’auto, che un culattone la avuta per quello che meritava, che dei balordi hanno straziato uno e qualcuno ride e qualcuno è attonito.
E Pierpaolo è a Ostia.

Quadro 3

La luce si fa padrona del suo viso, ne confonde i tratti e si fonde con lei, indistinguibili i termini dell’abbraccio, solo lo sguardo rivolto verso il cielo si può intuire, solo il proteggersi dal resto del mondo si avverte nella sua posa.
Il ragazzo guarda e assiste alla creazione di un universo nuovo, fatta di puntini immobili e di oro sparso sulla terra bruna.
Ne osserva e movenze sacre, il fulgore dello sguardo immerso nella spinosità del cardo selvatico, il lento e sorridente masticare novità per il suo palato, l’assorto tentativo di individuare i profumi nascosti nel calice, ne ascolta le lacrime calde destinate alle vessazioni del quotidiano, raccoglie briciole dai suoi pensieri, dispone che il futuro coincida esattamente, perfettamente, assolutamente, con quell’attimo, sfuggente.

Insieme

Il quadro si compone dei colori degli altri, righe dritte, tagli, impressioni, blu, rosso, verde, giallo e questi non sono che gli umori che sfuggono all’impero del nero o alla dittatura del bianco.
Il ragazzo della libreria legge Pier Paolo e la donna ascolta e ne trasforma le parole in sensazioni, definisce il confine tra il vissuto e la voglia di esplorare, rincorre quello che sta dietro le frasi.
Fuori, dentro, attorno, le note sono quelle di un pianoforte, perfettamente accordato.